La diversità come valore

Lorenza Morandini/ Gennaio 26, 2019/ Diversity

Voglio tornare a parlare di diversità e nello specifico di diversità come valore.

Di solito si confonde il concetto di diversità con il gender gap, anche se il tema di inclusione delle donne e della loro crescita economica e sociale nella nostra Italia, rimane fondamentale nel dibattito.

Personalmente, ho trovato serie, motivate e determinate le ragazze di Young Women Netowrk. Eccole qua!

Tuttavia,  (per fortuna) il concetto è molto più ampio.

La diversity è la diversità, e la diversità nell’essere umano si manifesta in modi molto diversi.

La diversità è quella fra uomo e donna, fra un colore della pelle e l’altro, fra normodotati e diversamente dotati, etc …

La diversità è un valore, ed un valore positivo, bello.

Quindi, la diversità non va accettata, va abbracciata e stretta forte forte come una persona a cui si vuole bene.

Un abbraccio bello che dà forza, dà benessere, dà sorriso e soddisfazione.

E ve lo dice una persona che ha vissuto come parte di una minority.

Infatti, per alcuni anni, precisamente tre, mentre vivevo negli Stati Uniti, ho avuto la fortuna (immensa) di essere coinvolta ed abbracciata da persone che non erano parte della minoranza, ma anzi del mainstream, ovvero Americani, Bianchi e Protestanti.

Americani che erano o Americani di decima generazione o di seconda generazione (come si dice) ovvero figli di Italiani, figli di Taiwanesi, figli di Brasiliani.

Quindi chi è il diverso?

Il diverso non è solo chi ha caratteristiche fisiche differenti dalle nostre, ma anche chi ha una cultura diversa dalla nostra.

L’immagine di una società multi-razziale e multi-culturale forse è sempre più utopistica al giorno d’oggi, ma ciò non toglie nulla alla sua bellezza ed al suo valore.

La società multi-razziale e mono-culturale è in realtà non molto lontana, almeno negli Stati Uniti o in Australia, ma questo avviene a scapito della varietà culturale ovvero attraverso un appiattimento culturale.

Per me la diversità è bella e nasce dall’accetttazione di tutti i punti di vista e di tutte le differenze.

Mi incuriosce maggiormente una persona down (ma sapevate che i down sono down perchè hanno un DNA un pelino più lungo del nostro? Insomma, hanno qualcosa in più, non qualcosa in meno rispetto ai normodotati) oppure una persona con sei dita….

Ne ricordo uno in Cambodia diversi anni fa – aveva sei dita perchè forse forse quelle bombe negli anni ’70 fra Cambodia e Vietnam qualche impatto lo hanno lasciato.

Una cosa bella della diversità, quando si è parte di essa, è che si può anche riderci su: buon divertimento con questo link.

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